La vita davanti a sé
Con colpevole ritardo, ho letto il bel libro di Romain Gary (al secolo Romain Kacev) solo alla cinquantatreesima (!) edizione del 2021, di Neri Pozza. L’ho letto perché qualcuno mi ha detto che il (mio) libro C’era una città, or ora pubblicato da Armando, ne ricorda lo stile.
Allora l’ho letto: mi è piaciuto. E’ un bel libro, un romanzo toccato dalla grazia, secondo alcuni critici; è sicuramente scritto con grazia: ha vinto il premio Goncourt nel 1975. Ovviamente mi auguro che un po’ di quella grazia, magari una spruzzatina, raggiunga anche il mio.
La vita davanti a sé è il resoconto autobiografico di un bambino nato e cresciuto nella banlieu parigina, la cui età indefinita è ben attestata da documenti falsi; sicuramente di famiglia musulmana, confermata dal nome Mohammed, Momò è allevato da un’anziana e grassissima ex prostituta ebrea, scampata ai campi di concentramento ma ormai troppo poco donna per il mestiere, che si mantiene tenendo a balia “i figli di puttana” – che le madri puttane vogliono scampare ai brefotrofi – in cambio di una modesta retta mensile. …
Dopo tanti mesi, siamo – finalmente! – tornati a teatro.
Ho ascoltato Maurizio Maggiani presentare il suo ultimo libro domenica 17 ottobre al SalTo, in compagnia di un giornalista. Il giornalista era di compagnia a lui, non a me, ovvio. L’inizio era noioso e anche poco stimolato dalla presenza assente dell’altro; magari si stavano antipatici oppure il giornalista era, pigramente, troppo estasiato dallo scrittore da risultare incapace di dire alcunché. A me successe qualcosa di simile durante la tesi di laurea in psicologia: il mio relatore non disse niente, non perché fosse così estasiato dal mio lavoro.
Ho avuto una doppia vita, di insegnante di elettronica e psicoterapeuta: la prima, grazie ad una laurea in fisica delle particelle elementari; la seconda, per una laurea in psicologia seguita da una scuola di psicoterapia. Come insegnante ho potuto usufruire degli strumenti offerti dall’altro ruolo, che talvolta hanno prodotto un eccesso di aspettative. Ho avuto il privilegio di partecipare alla fondazione dell’IPRS nel 1987.
Il libro racconta una storia d’amore impossibile che, tuttavia, si realizza.