Mese: Novembre 2008

Pamela Villoresi, Marlene Dietrich e il Sogno Americano

Pamela Villoresi, Marlene Dietrich e il Sogno Americano

Nello spettacolo teatrale Marlene – testo di Giuseppe Manfridi, regia di Maurizio Panici – Pamela Villoresi interpreta la grande attrice e cantante tedesca, naturalizzata americana, in tre momenti della parabola discente nella sua carriera: nel 1954, quando inizia l’attività di cantante giacché non è più richiesta nel mondo del cinema; nel 1960, quando inizia la collaborazione con Burt Bacharah; nel 1975, infine, anno in cui termina inevitabilmente ogni forma di esibizione, anche a causa di una frattura ad una gamba e a condizioni fisiche sempre più precarie (comunque, alla rispettabile età di 74 anni!).

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Omaggio a Messiaen – Quatuor pour la fin du temps

Omaggio a Messiaen – Quatuor pour la fin du temps

Quartetto per la fine del Tempo di Olivier Messiaen
Sandro Cappelletto voce recitante
Alessandro Carbonare clarinetto
Carlo Maria Parazzoli violino
Gabriele Geminiani violoncello
Andrea Dindo pianoforte

Sabato 1 novembre è stato eseguito, come omaggio a Messiaen, il suo straordinario quartetto per la fine del tempo. È stato un omaggio duplice perché la data, coincidente con la festa di tutti i Santi, è adatta per una riflessione sulla vita, sul suo inizio e sulla sua fine.
A Roma – e non solo – la musica del novecento e contemporanea viene raramente eseguita e questo stesso brano è riproposto da un’importante istituzione musicale pubblica solo dopo sessanta anni dalla prima esecuzione. Le istituzioni musicali private, più sensibili a ogni forma di rinnovamento, hanno proposto più volte l’opera: io ricordo almeno un’esecuzione nel dicembre 1992 nella Chiesa di San Marco Evangelista in Roma con Vincenzo Mariozzi al clarinetto e Giuseppe Scotese al pianoforte.

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La classe – Entre les murs

La classe – Entre les murs

Regia di Laurent Cantet
Con François Bégaudeau,  Nassim Amrabt, Laura Baquela, Cherif Bournaïdja Rachidi,
Juliette Demaille, Dalla Decouré

“François Bégaudeau è insegnante di lettere in una scuola media superiore parigina.
Grazie alla sua esperienza, narrata in una sorta di diario che attraversa un intero anno scolastico, il regista invita a riflettere su come l’equilibrio di una realtà-classe oggi possa rivelarsi estremamente precario.
Senza enfasi né retorica il docente e il regista ci mostrano quanto i ruoli di insegnante e di studente siano oggi sempre più complessi e, in qualche misura, da ricostruire dalle fondamenta.
Potrà anche sembrare un po’ lento e dilatato il narrare di Cantet in questa occasione ma, per chi ha tempo per ascoltare, in particolare se genitore, il suo è un film prezioso.”

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