Il tocco magico di Renoir? Merito dell’artrite reumatoide
Pennellate lievi e sfuggenti, tratti rapidi tipici della scuola ‘impressionista di fine Ottocento. Questa la cifra artistica di uno dei maestri della pittura europea Pierre-Auguste Renoir: della quale però il meeting annuale dell’American College of Rheumatology, in corso a Boston, rivela l’origine, tutt’altro che poetica: l’artrite reumatoide.
All’epoca, è stato ricordato nel simposio sui nuovi farmaci biologici organizzato da Abbott, un gigante del settore, l’artrite era una malattia invalidante, senza terapia: per oltre vent’anni deformò gravemente le mani, le braccia e le spalle dell’artista, ‘regalandogli’ tuttavia quello stile inconfondibile, fatto di macchie di pittura stese con colpi corti e rapidi.
Nato nel 1841, il pittore francese soffri’ di artrite reumatoide dal 1897, quando aveva 56 anni, fino alla morte nel 1919, all’eta’ di 78 anni. L’aggressività dei sintomi costrinse l’artista ad adattare alla patologia il suo modo di dipingere. Avendo le dita di entrambe le mani ripiegate su se stesse, imparò a impugnare e muovere il pennello a scatti, tenendolo tra indice e medio, nel primo spazio metacarpale. E poiché le spalle non gli permettevano di arrivare alla parte più alta della tela, per raggiungerla montò sul cavalletto speciali cilindri, sui quali la tela potesse scorrere all’occorrenza, come una sorta di ‘gobbo’ televisivo.
Così, mentre la malattia gli erodeva progressivamente le articolazioni, Renoir dipinse fino alla fine dei suoi giorni. E divenne immortale.
(Rainews24)