Categoria: Racconti

Mi sono detta: ecco, è andata così

Mi sono detta: ecco, è andata così

È da tempo che lotto con mia madre. La chiamo sempre “mamma” dentro di me, ma scrivendo di lei  la parola che mi viene alla mente è “madre”.

Riflettevo ieri sera, anzi notte, prima di andare a dormire e dopo aver terminato la lettura del romanzo di Agata Christie -Miss Marple al Bertram Hotel- che sono giorni in cui il primo pensiero da sveglia e l’ultimo prima di dormire è lei.

Tra noi due è in atto una lotta feroce, credo che lei ne sia consapevole (se non sono io ad attribuirle ciò): lotta senza quartiere per il controllo ed il possesso dell’una sull’altra, fino a quando una delle due si dichiarerà, o sentirà, sconfitta.

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L’AFFARISTA MERCADET

L’AFFARISTA MERCADET

di Honoré de Balzac

Non avevamo mai assistito ad uno spettacolo teatrale allestito su di un testo scritto da Honoré de Balzac; anzi, non pensavamo che il grande autore francese si fosse cimentato nel repertorio, per cui abbiamo acquistato i biglietti per la prima al Teatro Goldoni di Venezia (eravamo in trasferta), con perplessa curiosità. Immaginavamo si trattasse di un drammone (alla Père Goriot per intenderci) e ci siamo invece imbattuti in una stupefacente commedia piena di verve ed ironia, cosparsi a piene mani: un’anticipazione dei vaudeville ma, soprattutto, una pièce dal linguaggio brioso ed elegante (reso nella nostra lingua, con merito, da Alberto Bassetti).

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Le sette opere di misericordia corporale – XVII

Le sette opere di misericordia corporale – XVII

Intanto mentre leggeva, appoggiato al sedile di pietra del giardinetto, qualche pagina di un libro – tanto per darsi un contegno portava con sé un romanzo di Tahar Ben Jelloun per crogiolarsi intorno al tema delle diversità – arrivò Giada la collega insegnante interna, facendogli il segnale che si poteva entrare.

Questa volta le formalità furono poche perché il guardiano già lo riconobbe e attraversarono senza ostacoli le sei porte d’acciaio ben temperato che separano l’esterno dall’interno, sotto lo sguardo di dodici occhi altrettanto ben temperati dalle sanzioni disciplinari.

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Bisognerebbe abolire il natale?

Bisognerebbe abolire il natale?

Cresce sempre di più una sorta di movimento di protesta contro il natale. Ne sono fautori molti intellettuali che riconoscono in questa data l’elemento scatenante di diversi mali: innanzitutto il consumismo. Le spese scatenate sono sempre meno giustificate e, tuttavia, gli sprechi costituiscono una parte essenziale di queste festività.

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LA PAZZA

LA PAZZA

di María Luisa Gantes
Tratto da: Racconti delle Canarie
Licenza di Creative Commons

canarie

Osservò attentamente nello specchio ciascuno dei suoi lineamenti: cominciavano a spuntare alcune rughe tenaci, ma il trucco le nascondeva sapientemente. Le sue guance pallide avrebbero ritrovato il sole grazie al “Bolero luminoso” che s’intonava col suo rossetto reclamizzato per televisione. Un neo artificiale, accanto alla bocca, è sempre stato un buon richiamo per la compagnia. Il vestito rosso aderisce al corpo e sottolinea il platino dei capelli.
“La borsa per i documenti, la borsa dei regali, la borsa del maquillage, la borsa delle riviste e la borsa per gli imprevisti. Pronta.”

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