Categoria: Teatro

La vera storia del brigante Davidde

La vera storia del brigante Davidde

regia di Oberdan Cesanelli
Associazione Culturale Compagnia delle Rane
Teatro Comunale di Morrovalle (MC) – sabato 27 e mercoledì 31            marzo

Ho seguito (indirettamente) l’attività della Compagnia delle Ranesi sin  dalla nascita – anzi da prima – ed ho iniziato ad interessarmene proprio in coincidenza del saggio teatrale “La leggendaria storia del brigante Davidde”, scritto e recitato dagli allievi di un corso, cui si fa cenno nel programma di sala. Si era verificato un insieme di coincidenze che mi piacque e da allora ho preso a considerarmi “amico” dell’Associazione, e del Teatro di Morrovalle che sta proprio dietro casa mia, anche per motivi di contiguità territoriale.
Per parlare dello spettacolo di questa sera comincio perciò da lontano, da quel 2003 (credo) cui si fa cenno, anche se non ebbi modo di assistere allo spettacolo itinerante. Però me ne parlarono ed io mi domandai come mai, ad un gruppo di giovani degli anni duemila, fosse venuto in mente di costruire una storia sul fenomeno, così lontano, del brigantaggio.

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L’Inganno

L’Inganno

di Anthony Shaffer
Glauco Mauri e Roberto Sturno

Glauco Mauri festeggia i suoi sessanta anni di teatro mettendo in scena un thriller famoso, premiato nel 1971 come miglior commedia dell’anno in Inghilterra. Questa è la trama: uno scrittore di gialli di grande successo, ricco e celebrato, invita nella propria villa l’amante della moglie per discutere i particolari del divorzio. Egli si dichiara stanco della moglie e felice di separarsi, tanto più che frequenta a sua volta un’altra donna: teme solo che la consorte, abituata ad una vita di lussi, possa stancarsi della condizione meno brillante e preferisca tornare dal ricco marito.

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Sillabari

Sillabari

sillabari-due-tempi-di-paolo-polidue tempi di Paolo Poli da Goffredo Parise
Sala Umberto – Roma

Ci siamo innamorati di Paolo Poli quando eravamo bambini, tantissimi anni fa, ed egli recitava le favole in televisione ed era un giovane attore molto carino, gentile, cólto che cantava bene ed aveva una grande scioltezza fisica e mentale.
Ci aveva colpito sin da subito la sua diversità e, per quanto fossimo bambini, non ci sfuggiva il fatto che egli fosse composto di una pasta diversa da quella degli altri personaggi televisivi, maschi e femmine.
Poi non sembrava mai arrabbiato oppure, quando faceva l’arrabbiato, lanciava sguardi ammiccanti per farci capire che si trattava di uno scherzo, che era solo teatro.

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La trappola

La trappola

la trappoladi N.J. Crisp
con Nathalie Caldonazzo, Giancarlo Zanetti e Marco Minetti

Non manco mai (credo dal primo anno) all’inaugurazione della stagione di prosa del Teatro Comunale di Morrovalle. Non è la Scala di Milano né il Teatro Eliseo di Roma però mi riempie di un piacere simile, commisurato alle dimensioni della cittadina.
La direzione artistica – che immagino sia di pertinenza dell’Assessorato alla cultura anche se nei programmi non è specificato – cerca sempre di procurare un brivido di emozione agli affezionati spettatori: da un po’ di tempo a questa parte il brivido resta un po’ troppo associato all’assunto teorico “donne e motori”…  in questo caso i motori non ci sono.

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Il caso di Alessandro e Maria

Il caso di Alessandro e Maria

Commedia in due atti di Giorgio Gaber e Sandro Luporini
con Luca Barbareschi e Chiara Noschese
Teatro Quirino

Il caso di Alessandro e Maria, testo nostalgico e poetico, racconta una storia problematizzata.
La  semplice vicenda potrebbe essere così riassunta: due ex-amanti si incontrano dopo un intervallo di due anni: lei, tuttora innamorata, vorrebbe tornassero insieme anche facendo un figlio; lui desidera solo provare, per una volta ancora, l’affetto, le sensazioni e la vivacità di un rapporto un po’ adolescenziale. Ne scaturisce una struggente impossibilità d’amare: esaurito il momento dell’identificazione proiettiva, che illude di “essere fatti l’uno per l’altro”, emergono i difetti temporaneamente messi a tacere nel bagliore luminoso del sentimento.
Tra i due, piuttosto che l’amore dell’uno per l’altra, risuona la nostalgia del “come erano” o, più realisticamente, del “come avrebbero desiderato essere” mentre rimangono troppo aggressiva lei, troppo egocentrico lui. In questo paradigma, il caso di Alessandro e Maria rappresenta teatralmente l’essenza del rapporto di coppia, così come millenni di esperienze sociali lo hanno stratificato.

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