Categoria: Teatro

Samson et Dalila

Samson et Dalila

Libretto di Ferdinand Lemaire, Musica di Camille Saint-Saëns

Ogni spettacolo operistico si presenta come un evento straordinario nonostante –  ed al di là di – possibili critiche, per l’enorme impiego di risorse ed il grande numero di artisti e maestranze coinvolti.

Se le opere del repertorio più tradizionale si attendono come una festa periodicamente ripetuta, della quale si pregustano in anticipo i sapori noti, quelle meno eseguite promettono scoperte stuzzicanti, talvolta dense di fascino.

Da alcuni anni il Teatro Costanzi di Roma è andato ampliando ed affinando le proposte, affiancando ai titoli di richiamo altri, meno noti al grande pubblico, che si rivelano di estremo interesse pur se attirano un numero inferiore di spettatori: è stato il caso di “Samson et Dalila” cui abbiamo assistito nella replica di giovedì 11 aprile.

Leggi Leggi

La guerra è finita!

La guerra è finita!

Liberamente tratto da “Romeo e Giulietta” di Shakespeare. Drammaturgia e regia di Stefano Leva

“La vita è sogno” ed il teatro è il sogno di un sogno. Per lo spettacolo, messo in scena sabato 6 aprile sul palcoscenico del Teatro Comunale di Morrovalle dalla Compagnia delle Rane, si è trattato più che altro un delirio.

Siamo rimasti sconcertati dalla confusione prodotta nel testo – emerso da un forsennato copia e incolla – nel quale episodi marginali sono diventati il centro di gravità del dramma, mentre si è dissolto nel nulla il complesso intreccio drammatico e lo spessore umano dei personaggi.

Leggi Leggi

La grande magia

La grande magia

di Eduardo De Filippo

In un albergo di villeggiatura, una coppia di coniugi è oggetto dei pettegolezzi degli altri ospiti: Calogero Di Spelta manifesta una gelosia cieca ed ossessiva nei confronti della giovane moglie Marta, donna molto bella, che – a dispetto delle apparenze – realmente intrattiene una relazione extraconiugale.

Leggi Leggi

Il Naso

Il Naso

Opera satirica in tre atti da Gogol, di Dmitrij Šostakovjč

A Sant’Oreste, paesino vicino Roma, negli anni ’60 un famoso uomo politico, in forza alla Democrazia Cristiana, inviava un suo rappresentante a tenere discorsi elettorali con una curiosa premessa: consegnava a tutti i convenuti una scarpa sinistra promettendo di portare la destra, per completare il paio, ad avvenuta elezione. In un periodo in cui le scarpe costituivano un bene prezioso, si trattava di un valido espediente: le scarpe promesse dal parlamentare venivano probabilmente pagate con i soldi pubblici e perciò – direttamente o indirettamente – da coloro che le ricevevano attraverso mancati investimenti o servizi pubblici lasciati scadere.

Leggi Leggi

Arlecchino servitore di due padroni

Arlecchino servitore di due padroni

Carlo Goldoni (Venezia, 25 febbraio 1707 – Parigi, 6 febbraio 1793) scrisse questo testo nel 1746,  in un periodo in cui esercitava la professione di avvocato a Pisa, su richiesta di un famoso attore italiano, Sacchi, che gli proponeva anche un tema per l’intreccio: servire due padroni. Sacchi era conosciuto in tutta Europa come comico, con il nome d’arte di Truffaldino, il personaggio della Commedia dell’Arte che interpretava. Goldoni, nello scrivere il primo canovaccio, probabilmente si ispirò ad “Arlequin valet de deux maîtres”, testo firmato da Mandajor (Jean-Pierre des Ours de Mandajors: Alès, cittadina non lontanissima da Avignone, 24 giugno 1679 – Parigi, 15 novembre 1747). Sacchi portò in scena l‘opera, riscuotendo un notevole successo; in seguito, però, altri comici di minore levatura interpretarono la commedia snaturandone le proposte, fatto che spinse Goldoni a trasformare il canovaccio in un testo con tutte le parti scritte. Quest’innovazione consacrò l’inizio dell’opera drammaturgica goldoniana, i cui testi furono interamente scritti e non più lasciati all’improvvisazione tipica della commedia dell’arte.

Leggi Leggi