Categoria: Teatro

Mio marito è un assassino

Mio marito è un assassino

di Sandro Gindro(1984), regia di Pino Strabioli

Sme (Esmeralda) è una donna frivola, ma sensibile e amante degli animali e della natura; chiusa nella sua esistenza domestica è profondamente e sensualmente legata al marito Dru (Asdrubale), che la ricambia con pari intensità. Asdrubale è totalmente dedito al lavoro, in cui riversa ogni frammento di tempo spendendosi per progettare e portare a termine le proprie attività. Il lavoro che svolge è piuttosto complesso e lo porta a intrecciare rapporti con un gran numero di persone di cui, talvolta, dimentica persino l’esistenza: fa l’assassino.

La scena è ambientata in una casa borghese piuttosto ricca, è la casa di un antiquario. Entrano due clienti – madre (Livia Bartolucci) e figlia (Vittoria Rossi) –, destinate ad essere le prossime vittime. In un’altra stanza Dru (Pino Strabioli) racconta a Sme (Sabrina Knaflitz) di come abbia ucciso una vecchina annegandola nella polenta. Sme sviene in continuazione turbata non già dalla violenza dei gesti – tuttavia sempre cortesi e rispettosi delle forme – narrati dal marito, ma al pensiero della vicina di casa, che strappa le tenere foglioline di basilico dalla pianta: una tortura tremenda.

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Rusalka

Rusalka

È un’opera in tre atti composta da Antonín Dvořák (1901) su libretto di Jaroslav Kvapil. Il titolo è il nome di una creatura acquatica, una ninfa, trasferita dalla mitologia greca in quella slava. La fiaba vuole rappresentare la dissoluzione di una natura che rimarrebbe incantata, se le torbide passioni umane non la contaminassero. Ma l’uomo, tradendo la natura, va incontro alla propria fine.

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Il visitatore

Il visitatore

Trovo che la fatal domanda: “Se Dio esiste, perché permette tutto ciò?” sia una delle più stupide e retoriche da porre e, spero, che Freud non l’abbia mai realmente pronunciata – se non come provocazione – anche se Eric Emanuel Schmitt la propone, nel suo bel testo messo in scena a Roma nel Teatro Quirino. Con quest’opera del 1993 l’autore – allora giovane professore di filosofia – ha vinto tre premi Molière per il teatro. Il testo è stato rappresentato in Italia la prima volta da Turi Ferro e Kim Rossi Stuart con la regia di Antonio Calenda. Da allora vi sono state altre due riprese oltre a questa che vede impegnati Alessandro Haber (Freud) e Alessio Boni (il visitatore) per la regia di Valerio Binasco.

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Ottobrate romane

Ottobrate romane

Le Ottobrate romane erano feste che chiudevano la vendemmia: nella Roma pontificia, la tradizionale gita tra vigne e osterie furoreggiò in tutto il XIX secolo come forma di svago ed evasione per nobili e popolani, mescolati nella più sfrenata e sensuale allegria.

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SOGNO DI UNA NOTTE (o un giorno) DI MEZZA ESTATE

SOGNO DI UNA NOTTE (o un giorno) DI MEZZA ESTATE

Il sogno estivo di tante persone – giovani e meno giovani – si concentra intorno alla fantasia di non far niente e di come realizzarla: lontani dalle incombenze di studio o di lavoro (per chi è incluso nelle categorie) il sogno di mezza estate approda verso isole lontane (che si raggiungono in pochissimo tempo), o montagne incontaminate (per lo più ingorgate di auto e buste di plastica); per chi non fa (più) parte di tali categorie, esso invece si consuma davati alla TV o ai giochi (video o d’azzardo).

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