Categoria: Teatro

SCANDALO

SCANDALO

“Das Vermächtnis” di ARTHUR SCHNITZLER traduzione di Ippolito Pizzetti Teatro Eliseo

Arthur Schnitzler, provocatorio e secessionista come l’arte viennese di fine secolo, propone un quesito sociale: cosa accadrebbe ad una buona famiglia borghese, ricca di sentimenti e di affetti (quasi) trasparenti, qualora venisse coinvolta in uno scandalo? È nello spirito di Teorema di Pasolini che voglio leggere la proposta di Franco Però: cioè alla maniera di una domanda rivolta al pubblico e di un invito alla catarsi (cara ad Aristotele ed ai Tragici Greci).

In alternativa, la semplice osservazione dell’interno borghese, descritto dall’autore, mi parrebbe poco interessante – tanto per lo spettatore, quanto per il regista – datata e persino confusa.

Bisogna però delimitare il territorio narrativo, che ci proprone una famiglia borghese della Vienna fin du siècle (il testo è del 1898), capitale europea nel momento più alto della potenza culturale ed economica, dal quale iniziarono – anche – i grandi sconvolgimenti europei e mondiali.

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La Cenerentola

La Cenerentola

Lo stesso Alejo Pérez che ha diretto il concerto del 10 gennaio al Teatro dell’Opera di Roma, si è cimentato con la Cenerentola di Gioachino Rossini, con ottimo esito. L’opera riprende una storia antichissima dalle probabili origini cinesi, passata nei secoli – attraverso la tradizione orale – in tutte le civiltà, da oriente a occidente: nel nostro paese venne fermata sulla carta da Giambattista Basile (La gatta cenerentola) nel Lo Cunto de li cunti (1634); successivamente se ne ebbero versioni “nobilitate” di Charles Perrault (1680) e ancora più avanti dei Fratelli Grimm (1857). La storia – come attualmente è raccontata ai bambini – è legata invece alla versione cinematografica di Walt Disney (1950).

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il Tradimenti di Harold Pinter

il Tradimenti di Harold Pinter

Harold Pinter è stato uno dei più grandi drammaturghi inglesi. Egli seguì, in un certo senso, la tradizione shakespeariana del palcoscenico, formandosi prima come attore e poi come autore. Il suo è un teatro di parola, che si colloca a metà strada tra la psicologia kantiana di Pirandello e quella intuizionista-surrealista di Ionesco o Beckett. Nei propri lavori Pinter esplora l’inconscio, protagonista principale sulla scena, attraverso le ripetizioni di parole o di situazioni e mediante la distribuzione degli stati d’animo tra i diversi personaggi che – individualmente – presentano una estensione unidimensionale.

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La Tempesta, con Giorgio Albertazzi

La Tempesta, con Giorgio Albertazzi

Albertazzi, nel ruolo di Prospero, mago e Duca di Milano spodestato dal fratello, per tutta la durata dello spettacolo “si muove su una sedia a rotelle, come un moderno Hamm beckettiano… Proprio dall’apparente fragilità fisica si sprigiona la sua imprevedibile Potenza; Potenza di pensiero e abilità esoterica incontrastabile” (note di regia).

Così in effetti appare il personaggio principale, sospinto senza tregua dallo spiritello Ariel, che in questo modo si procaccia l’affetto del protagonista e degli spettatori, per questa dedizione umana.

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La Lupa

La Lupa

Il sentimento di fascinazione suscitato dalla figura della Dea Madre, che alcuni studiosi legano al periodo del “matriarcato” – quell’ipotetica organizzazione sociale primitiva – è un contenuto antichissimo dell’inconscio sociale. Esso riaffiora sistematicamente dalle profondità più oscure dell’inconscio e si manifesta nel tempo, a partire dalle epoche più remote (Venere di Willendorf, 25.000 a.C.) fino ad oggi, attraverso le opere d’arte o i fatti di cronaca. Il mito coinvolge sempre tre protagonisti: la donna adulta, il giovane uomo e il giudizio morale (quest’ultimo rappresentato generalmente da una figura maschile dotata di qualche autorità).

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