Piano e psiche
Da molto tempo non scrivo, per pigrizia e mancanza di tempo. Scrivere rappresenta un esercizio di pensiero, perciò colgo l’occasione dei tre concerti eseguiti nella Sala Sandro Gindro dell’Istituto Psicoanalitico per le Ricerche Sociali in Roma, Passeggiata di Ripetta, per ripropormi.
Sono state tre serate, organizzate da Marche Musica e dall’IPRS, dedicate a Sandro e inserite all’interno del programma di “Armonie della Sera” che promuove la bella musica nei bei luoghi e incoraggia, tra l’altro, i giovani interpreti. Nelle date dal 20 al 22 novembre, gli eventi musicali sono stati preceduti da brevi introduzioni o saggi sul tema del pianoforte e della psiche. …
L’autore di questo libro si chiama Liv Ferracchiati ma, per un certo periodo, ha preferito usare uno pseudonimo maschile, forse proprio quello indicato nel romanzo: Guglielmo Leon. Si capisce che il nome Liv possiede qualcosa di astratto, almeno nella lingua italiana: può essere la radice di Livia oppure Livio; lascia l’indeterminazione, la stessa che prova il protagonista del romanzo che si autodefinisce transgender, cioè transitato nel genere sessuale.
La vicenda si svolge in Olanda. Filiberto, ricco mercante, ospita il giovane De la Cotterie, militare francese di piccola nobiltà, ferito in guerra. Nel periodo della convalescenza, il giovane si è innamorato di Giannina, figlia viziata e autoritaria del mercante, che ricambia il desiderio d’amore. Il militare, non riuscendosi a dichiarare, è incerto se fingere una sofferenza maggiore – e prolungare l’ospitalità – oppure preparare i bagagli e partire. L’indecisione del ragazzo rende Giannina irritabile e gelosa; così, gli strani comportamenti dei due insospettiscono Filiberto che intuisce i sentimenti del giovane e lo immagina innamorato della figlia. La ragazza, temendo la disapprovazione, inganna il padre confidando che egli ama, invece, Costanza figlia di Riccardo, mercante rivale; aggiunge che due amanti non si dichiarano perché il padre di lei, rigido e bigotto, non ritiene l’uomo alla loro altezza.
Giuseppe Berto (1914 – 1978) era il primo di cinque figli di un maresciallo dei Carabinieri che, per amore della moglie sua compagna d’infanzia, abbandonò l’Arma, e s’improvvisò venditore ambulante di cappelli ed ombrelli. Il giovane Berto, frequentò il ginnasio nel Collegio Salesiano Astori di Mogliano Veneto, e studiò con grande diligenza soffrendo al pensiero dei sacrifici economici sostenuti dalla famiglia, prima che prevalesse in lui il fastidio della quotidianità conseguente, forse, all’ingresso negli Avanguardisti (1929) e successivamente nei Giovani Fascisti. Costretto ad arrangiarsi per sbarcare il lunario, si arruolò nel Regio Esercito e, militare, si iscrisse alla Facoltà di Lettere dell’Università di Padova, la meno costosa.
Il nome Eduard Limonov è lo pseudoni