Categoria: Racconti

Caro amico ti scrivo

Caro amico ti scrivo

Appena sveglio, sfogliando le pagine dei giornali online come ogni mattina, ho appreso che forse – ovvero con ogni probabilità –, l’attività scolastica si concluderà con scrutini ed esami a distanza e le scuole riapriranno a settembre, il prossimo anno (scolastico). Inevitabilmente, banalmente, ho preso a canticchiare “Caro amico ti scrivo, così mi distraggo un po’” poi, sottovoce, e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò…

Il disco uscì nel 1979, nel mezzo degli anni di piombo; il testo della canzone, tra speranze e disillusioni, credo volesse esprimere il disincanto sociale e politico: un omino piccolo così per citare un altro brano, non avrebbe potuto che stare in casa ed evitare, per quanto possibile, gli incroci con la sorte.

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A stare seduto sul divano vengono i brufoli sul coccige

A stare seduto sul divano vengono i brufoli sul coccige

Roma, tredici marzo, venerdì

A stare sul divano mi vengono i brufoli sul coccige: sdraiato sotto alla coperta mi tocco per il fastidio; tra prurito e dolore (poco) penso a piaghe da decubito, il capo piegato per la malasorte del divano.

Ricevo video brevi con esercizi ginnici antibrufolo: ieri, due; oggi, uno. Una bella ragazza saltella, dovrei farlo? Lei è bionda, io bruno. È giovane e non raccoglie virus dal tappeto. Spinge il coccige in alto, vederlo fa bene; spinge anche il pube bene in su, meno chic, per me. Le gambe? Male al ginocchio, abbandono.

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Il sogno delle diversità

Il sogno delle diversità

VENERDI 29 MARZO 2019 –  ore 17.30 – Biblioteca Comunale Mozzi-Borgetti, piazza Vittorio Veneto 2, Macerata

Conferenza – spettacolo di Pietro De Santis,

con Graziella Del Monte e Giampaolo Fermanelli, disegni originali di Patrizia Bettarelli, mise en èspace, musica e regia di Liliana Ciccarelli, assistente alla regia Luis Marreiros,

ispirata allo scritto “Mentre voi sognate” di John Berger, comparso nel numero di settembre 2000 nel periodico francese Le monde diplomatique, come Lettera aperta al Signor Raymond Barre, sindaco di Lione, con il titolo «Pendant que vous rêvez».

Il poetico scritto di Berger sollecitava il recupero degli spazi carcerari del Saint Joseph, al fine di conservare il ricordo della vita e dei sogni degli altri cittadini di Lione: i reclusi.

Il sogno della diversità si associa all’immagine degli altri. L’altro – in psicoanalisi – diviene talvolta l’Altro con l’iniziale maiuscola, per significare colui con il quale dobbiamo inevitabilmente rapportarci.

In termini sociali l’altro rappresenta il limite, l’ostacolo, il terminale di un desiderio o di un timore: molto spesso simboleggia il capro espiatorio.

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Mentre lei sogna

Mentre lei sogna

Il carcere è, secondo Berger, il luogo dove si sogna di più: un concentramento di umanità che      immagina se stessa nei sogni; sogni di chi è imprigionato e sogni di chi vi lavora, simili per tutto,      tranne che per l’incubo della fuga.

Questo luogo particolare manifesta soprattutto il Sogno della Comunità: essa vagheggia – tra pensieri contraddittori di giustizia ed ingiustizia – la favola della sicurezza che crede di      raggiungere attraverso il sogno più segreto di tutti: il sogno delle diversità.

La Comunità sogna la giustizia (e molto altro…). Come si struttura il sogno della giustizia? Innanzitutto come freno all’ingiustizia: impedire che venga commessa oppure fermarla.

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