Diamanti
Da bambino desideravo un potere assoluto: affettivo, intellettivo e materiale; andando avanti nel tempo mi sono reso conto di quanto sia frivola questa posizione. In particolare ne ho preso atto una domenica pomeriggio discutendo con il mio maestro (Sandro): io sostenevo con calore che tutti vogliono essere al centro dell’attenzione ed egli replicava di non nutrire per niente questo desiderio, contraddicendo un’evidenza eclatante perché egli era – realmente – al centro delle attenzioni di molti. Dal disorientamento iniziale alla comprensione il passo fu (abbastanza) breve per fortuna… L’ulterione consapevolezza comportò la rinuncia alle fantasie onnipotenti e fu una conquista incerta e lenta. …
Parthenope, una delle tre sirene, era figlia di Forco, divinità marina. Si dice fosse bellissima – insieme alle due sorelle – e dotata di una voce splendida, che però non fu sufficiente per superare l’arte di Orfeo o per sedurre Ulisse. A causa di questo fallimento si suicidò, insieme alle altre due, gettandosi in mare. Il suo corpo trasportato dal mare giunse vicino alla foce del fiume Sebeto, che bagnava Napoli, nel luogo in cui ora sorge Castel Dell’Ovo. A Napoli Parthenope fu venerata come dea protettrice e le sue qualità seduttorie si trasferirono alla città che l’aveva assorbita: la bellezza carnale e la virtù del canto, insieme a qualcosa di profondamente indescrivibile.
Michele, maestro frustrato insegnante in una scuola della periferia romana, insoddisfatto della vita professionale ai margini della grande città, non riesce più a gestire il rapporto con bambini aggressivi e genitori violenti; e nemmeno con la propria disillusione. In un momento di noia chiede il trasferimento in una piccola scuola della montagna Abruzzese e gli viene concesso. Confrontandosi con lo scetticismo del suo stesso dirigente, altrettanto frustrato e piegato, decide di dare una svolta alla propria esistenza e accetta il trasferimento nel piccolo paese marsicano di Rupe – nome di fantasia di Opi – nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo. Lo salva dalla tormenta di neve, più che altro una fantasia dello sceneggiatore, e lo introduce al nuovo incarico la vicepreside Agnese, la cui dedizione è volta a tentare tutto il possibile per mantenere attiva la piccola scuola intitolata a Cesidio Gentile, poeta e pastore noto come “Jurico”. La scuola sembra destinata alla soppressione e all’accorpamento con la sede principale posta in un centro dell’Alto Sangro, il paese immaginario di Castel Romito (quasi Castel di Sangro).
Il rumore che una scopa di sagina fa sull’asfalto, e qualche ciottolo rimbalza, è la sua sveglia. I gesti si ripetono uguali: piegare le coperte e il materasso, riposti per la sera; innaffiare le piantine del giardino d’inverno, compagnia viva della casa; lavare i denti, indossare la tuta di lavoro; uscire di casa, comperare un caffè in lattina; avviare il motore del furgoncino e andare in centro, immerso nel suono di una canzone.
Siamo tornati – in presenza – parlare di letteratura, dopo quattro anni, nell’auletta conferenze dell’Istituto Psicoanalitico per le Ricerche Sociali. Negli anni pre pandemici, oltre alle pubblicazioni sui temi psicologici e sociali, abbiamo avuto il piacere di presentare opere notevoli del panorama letterario attualissimo. Percorrendo all’indietro: