Precious

Precious

Precious, Preziosa, è un nome abbastanza stravagante e segue una frequente consuetudine dei ghetti neri – e di alcune province italiane – in cui si sbizzarrisce la fantasia di genitori poveri culturalmente ed economicamente perché, spesso, questo è l’unico elemento di valore che si è in grado di consegnare alla prole.

Precious, protagonista del romanzo di Sapphire, è un’adolescente svalutata, disprezzata, violentata; ella stessa sente di essere priva di valore, una macchia nera. Racconta la propria storia in modo semplice e sconcertante: ha sedici anni e ne dimostra almeno trenta; è nera, povera, grassa. Si reca testardamente a scuola per sfuggire alla madre, ma è rimasta analfabeta.

Da bambina si urinava addosso per paura di muoversi dall’ultimo banco. Nonostante fosse preda di scherzi cattivi, per la mole gigantesca e l’incapacità di leggere e scrivere, ogni mattina era in classe puntuale, sino a quando gli insegnanti si accorsero della gravidanza e la punirono con l’espulsione, immaginando l’immoralità e il ritardo mentale costituire un rischio per i compagni.

Ora Precious è incinta di suo padre per la seconda volta: la prima, a dodici anni, ha partorito una bambina down. La madre di Precious, grassissima, è gelosa della figlia e la schiavizza, abusando sessualmente di lei.

La lettura delle prime cinque righe del libro colpisce per il linguaggio illetterato e sconnesso, per la scabrosità dei ricordi, riferiti in maniera immediata (bisogna fare i complimenti al traduttore Massimo Bucchiola).

A dispetto dei disastri prodotti dalla povertà e dall’emarginazione Precious è intelligente, curiosa e ostinata. La constatazione che le mattinate a scuola, mortificanti, la allontanavano comunque dall’inferno le aveva dato la convinzione che proseguire gli studi fosse l’unica possibilità per sfuggire alla violenza e all’emarginazione e diventare una persona visibile, non più una macchia di unto nero da lavare via.

Avviata – grazie alla buona volontà di una assistente sociale – ad un corso di alfabetizzazione per ragazze emarginate, incontra Miss Blue Rain, figura di insegnante priva di retorica e rispettosa dell’essere umano: ella le insegna a leggere e scrivere incitandola a tenere un diario.

Con una scrittura confusa e priva di vocali, come la pronuncia americana, dipinge un quadro di violenza e povertà difficilmente rappresentabile altrove; materializza sogni, sentimenti e desideri. In quel diario viene rapidamente distrutta l’idea di famiglia protettiva, tanto cara al cliché piccolo borghese, mentre appare nella sua crudità l’aspetto distruttivo della sopraffazione ottusa che pretende persino la gratitudine.

Verbalizzare significa capire…

La parola libera dall’incubo – di paura e violenza – che si cela nelle profondità dell’inconscio: è ben descritto dal mito di Minosse, mostro che sbrana i giovani, ne cancella desideri e ne distrugge i sentimenti e seguita a farlo fin quando qualcuno non si renda capace di scendere fino in fondo e ucciderlo. Il filo di Arianna, donato a Preciuos da Miss Rain, è costituito dalla lettura e dalla scrittura; l’eroe Teseo, che affronta e sconfigge il mostro, è il diario di Clareece Precious Jones.

Sapphire, Ramona Lofton, per dieci anni ha insegnato lettura e scrittura agli emarginati nelle scuole di Harlem e del Bronx: quest’esperienza le ha fornito la materia del romanzo. La biografia dell’autrice è altrettanto drammatica: abbandonata dalla madre, abusata dal padre, interruppe gli studi in adolescenza per unirsi ad una comunità hippie a San Francisco. Riprese gli studi, anni dopo, a New York, dove conseguì un master professionale in belle arti: trovò lavoro come ballerina in topless e poi come insegnante di lettura e scrittura nelle scuole organizzate dai servizi sociali. La catarsi dei dieci anni di insegnamento ai diseredati le indicò una strada. In quel periodo cominciò ad interessarsi di poesia e divenne membro della United Lesbians of Color for Change Inc.

Ha scritto, interpretato e poi edito le sue poesie: stampò a proprie spese la prima raccolta Meditations on the Rainbow nel 1987; nel 1994 un editore accettò la seconda raccolta American Dreams. Lofton ha scelto lo pseudonimo Sapphire per il colore blu: essere così tanto nera da sembrare blu, comunque, nella convinzione che lo pseudonimo funzionasse meglio del nome, sulla copertina di un libro. Ma, forse, lo scelse anche in ricordo della sua attività di ballerina.

Dal romanzo fu tratto il film Precious del 2009: il cast includeva Gabourey Sidibe, Mo’Nique – che vinse l’Oscar come attrice non protagonista –, Mariah Carey e Lenny Kravitz.

La scrittura della Lofton vuole gettare luce sugli angoli dell’esistenza che vengono disattesi: “Uno degli obiettivi principali della mia arte è la determinazione a riconnettere alla corrente principale della vita umana un segmento dell’umanità che è stato scartato e reso invisibile. Ho portato allo sguardo pubblico le donne che sono state emarginate dall’abuso sessuale, dalla povertà e dalla loro oscurità. Attraverso l’arte ho cercato di portarli al centro del mondo”. L’opera poetica di Sapphire è inclusa nell’antologia del 2019 Nuove Figlie d’Africa.

 

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