Racconto 3

Racconto 3

 

cane al mare

 

L’uomo arriva sempre alle 10:00, né un minuto prima, né un minuto dopo.
Alle 10:00 precise parcheggia la sua grossa macchina nera vicino i bidoni della spazzatura, non quelli vicino al bar, quelli un po’ più avanti dove le case finiscono.
Accosta, fa retromarcia, si posiziona con le ruote davanti un po’ girate verso la strada, abbassa di due dita il finestrino, guarda dallo specchietto e scende.

Solito cappotto grigio, aperto, su un buon completo nero. Aperto, anche oggi che fa un freddo cane e soffia  un vento che gonfia le onde del mare, grigie anche loro come il cappotto.
Si guarda intorno come se fosse indeciso sulla direzione da prendere, si incamminerà verso il mare, come sempre fa da qualche giorno.
Scavalca il muretto sbrecciato che separa la spiaggia dalla strada nel solito punto preciso. In quel punto del muretto dove qualcuno ha scritto “cogli l’attimo!”.
Va verso il mare, due, tre passi e si ferma. Rimane immobile per qualche secondo, rapidamente si avvia verso una pila di sdraio a righe gialle e blu.
Si siede sulla sabbia, la schiena bene appoggiata perfettamente al centro. Allunga le gambe e si accende una sigaretta.
Sta con la faccia rivolta in alto, come se prendesse il sole e invece con la stessa espressione beata, offre il viso al vento freddo di stamattina.
Guarda l’orologio, sa che fra poco arriverà Champagne, come lo chiama lui.
E Champagne arriva, annusa l’aria quasi lo sentisse prima ancora di vederlo e gli si avvicina, contento di averlo ritrovato.
Restano così, l’uno vicino all’altro. Ogni tanto l’uomo accarezza il cane, poi si ferma e la mano ricade lungo i fianchi. Il cane allora lo cerca con il muso, cerca la sua mano per continuare il gioco.
E restano così. 

graziella del monte

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