La Pala della Crocifissione di Lorenzo Lotto

La Pala della Crocifissione di Lorenzo Lotto

pala crocefissione lorenzo lotto   Chiesa di Santa Maria in Telusiano (sec. XIV) Monte San Giusto (MC)

Lorenzo Lotto è stato uno dei grandi pittori rinascimentali italiani. Nato a Venezia nel 1480, dopo una preparazione all’arte ottenuta nell’ambiente di Giovanni Bellini, si trasferì nel 1506 nel territorio marchigiano chiamato a dipingere temi sacri per i frati di San Domenico a Recanati;  dopo una vita errabonda tra Roma, le Marche, la Lombardia ed il Veneto, stanco e psichicamente malato tornò a Loreto dove morì nel 1556. I suoi lavori sono conservati nei musei del mondo ma quelli “marchigiani” rimangono nelle pinacoteche e nelle chiese del territorio; in particolar modo a Loreto, Recanati, Iesi. A Monte San Giusto si ammira uno dei suoi più grandi capolavori: la straordinaria pala della Crocifissione.

Si tratta di un’opera pittorica di grandiosità teatrale con decine di personaggi fermati sulla tela; i principali sono tre: Gesù crocefisso, l’Addolorata e l’apostolo Giovanni. I tre protagonisti sono rappresentati esattamente nel mezzo della grande tela rettangolare: davanti a tutti l’addolorata, quasi svenuta, distesa di fronte al pubblico; dietro di lei chino per aiutarla l’apostolo che Egli amava, sullo sfondo ed in posizione esattamente centrale Gesù crocifisso con la testa china di fronte al pubblico.
Sono gli unici tre personaggi rappresentati, volti verso la schiera dei devoti che affolla la chiesa: gli altri personaggi fanno da cornice e sono rappresentati in posizioni piegate e contorte mentre tentano di volgersi verso il Cristo o si dirigono verso di Lui; i due ladroni ai lati, con le croci sgraziate dipinte di tre quarti, sono abbarbicati e scomposti nello spasimo della morte, mentre soldati a cavallo e a terra rivolgono le punte delle lance verso l’Uomo del mistero e dell’Amore. In un cielo plumbeo coperto di nubi tempestose, si apre un triangolo blu quasi senza luce la cui punta, adagiata dietro la croce inevitabilmente costringe lo sguardo del pubblico a posare sulla figura senza vita di Gesù, lontana e abbandonata nella morte.

La grandezza straordinaria della tela, che ricopre quasi interamente l’abside della chiesa, incorniciata da un baldacchino dorato con due colonne laterali ed un basamento che arriva fino all’altare, e la vivezza dei colori attraggono l’attenzione di chi entra e lo costringono ad entrare nella scena quasi come i due santi e notabili personaggi, che ai lati estremi del dipinto, in ginocchio assistono al martirio in adorazione.
 

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