Concerto di Pasqua
Una delle attività umane più coinvolgenti è il raccontare: si attende con desiderio che accada qualcosa di meno consueto e lo si assorbe con passione per poterlo riferire a qualcuno, amico, innamorato, conoscente, talvolta arricchendo con la fantasia, talvolta aggiungendo, là dove l’attenzione è stata carente o l’accaduto poco stimolante. Tale è la forza del desiderio che, spesso, capita di assistere ad uno spettacolo o ad un concerto con l’idea precostituita: è bello! e con insistita convinzione si arricchisce il racconto di particolari insignificanti, che esulano dal vero e proprio accadimento.
Ieri sera 27 marzo, domenica di Pasqua, uscendo dal Concerto di Pasqua 2005 eseguito nella Basilica di Santa Sabina sull’Aventino, abbiamo ascoltato considerazioni simili: “È stato bellissimo e come si muoveva bene il direttore”; “È stato bellissimo, hai visto quanta gente c’era”; “È stato bellissimo, c’era anche una televisione privata”.
Vogliamo tentare di raccontare l’evento musicale anche noi.
La Basilica di Santa Sabina è situata in un luogo straordinario e vanta una storia antica, ma non è molto bella, per i guasti del tempo e dei restauri; soprattutto non gode di una buona acustica perché presenta un certo riverbero degli armonici, che aumenta con la distanza dagli esecutori, fatto di cui non ha debitamente tenuto conto il M° Paolo Ponziano Ciardi direttore dell’Orchestra e del Coro San Carlo di Pesaro, che hanno eseguito l’Exultate, Jubilate! di Mozart e la Missa in Tempore Belli di Haydn per il Festival di Pasqua, diretto da Enrico Castiglione.
Abbiamo appreso dal nostro ultimo e amato insegnante di direzione d’orchestra, allievo del grande Celibidache, che la corretta esecuzione “est dans la lenteur”, ovvero nella capacità di attendere il distendersi nel tempo degli armonici, per rendere intelligibile all’ascoltatore il pensiero musicale.
Paolo Ciardi non ha dimostrato questa abilità ed anzi, ad una certa rigidità interpretativa, egli aggiunge un movimento dannoso: nei tempi meno rapidi balla, ovvero ondeggia spostando il peso del corpo da un piede all’altro. Questo genera una certa confusione di intenzioni: ad esempio nel secondo movimento, dopo il recitativo dell’Exultate, Jubilate!, l’Orchestra involontariamente assumeva una specie di ritmo di walzer e nell’Alleluja del finale tendeva a rallentare mentre la soprano (il cui nome non era inserito nel programma di sala) giustamente cercava un tempo più veloce.
Il secondo brano in programma è un capolavoro che si conclude con un vero e proprio colpo di teatro: l’Agnus Dei, introdotto da un pianissimo del coro ed un commento dei timpani, di quartine seguite da semiminima, nel dare l’impressione di una marcia funebre introduce un crescendo che si conclude nello squillare grandioso di trombe per il “Dona nobis Pacem”, il trionfo della pace!
La Missa in Tempore Belli è un brano molto impegnativo nella cui esecuzione molti nodi, purtroppo, sono venuti al pettine: la confusione nei suoni di cui si accennava, il forte-fortissimo pressoché continuo, lo scarso equilibrio tra melodie e armonie con i bassi troppo evidenti, le frasi musicali non correttamente chiuse. Le voci soliste, inoltre, non erano adeguate all’impegno proposto in un luogo musicalmente difficile come Santa Sabina: l’interprete mozartiana era molto corretta ma senza brillantezza e con qualche difficoltà nell’articolazione delle consonanti per le note acute; l’altra soprano era più brillante ma troppo nervosa e tendeva ad abolire del tutto le consonanti negli acuti; la mezzo soprano, dotata di una bella voce scura, mostrava qualche difficoltà nel registro delle note più basse; il tenore cantava con una gola molto chiusa; il basso, infine, aveva una voce ineducata ed una evidente difficoltà d’intonazione.
Un disastro! si direbbe, però anche un piacere, che andrebbe raffinato sia nella tecnica degli esecutori sia nella capacità d’ascolto degli spettatori, perché c’è un desiderio di raccontare, degli uni verso gli altri, che merita attenzione e c’è tanta musica che attende di essere eseguita.
treamici