Il mercante di fiori
Il mercante di fiori
Diego Cugia
Romanzo, Italia 2002
307 pp.
Prezzo di copertina € 14
Editore: Mondadori, 2002
ISBN 88-04-51154-0
“Chi ero diventata? Mi parve che le pagine del romanzo della mia nuova vita avessero cominciato a sfogliarsi all’indietro: concetti già espressi, situazioni già accadute risalivano la corrente, salmoni di un fiume vorticoso, per riguadagnare la fonte creatrice che in stagioni trascorse le aveva generate. Non compresi subito la portata degli avvenimenti di quella notte, nel corso dello scarico dei container di fiori freschi da Amsterdam. Ma la giovane italiana che per un implacabile equivoco ci cadde tra le braccia, l’avevo conosciuta, sì, io la conoscevo bene”.
Maria e Alex si trovano a Bangkok in viaggio di nozze, e mentre si stanno dirigendo verso l’aeroporto per tornare a Roma, hanno un incidente. Maria, giovane e avvenente, viene rapita dalla criminalità organizzata, e immessa nella tratta delle bianche come una preziosa orchidea. Migliaia di altre ragazze condividono la stessa sorte. Viaggiano imprigionate nelle stive delle navi o in grossi tir per poi essere vendute all’asta su una piattaforma petrolifera in disuso arenata a Macao Point. Alex, ignaro delle autorità corrotte che lo assicurano della morte della moglie, torna in Thailandia per affrontare l’uomo che ha in mano tutta l’organizzazione, un inafferrabile schiavista conosciuto come il Mercante di Fiori.
Alex, dopo molte peripezie, riesce a riportare la moglie a Roma. Ma Gli incubi non sono mai gridati, le vere tragedie si consumano con garbo: Maria è cambiata, ha acquistato una nuova personalità, o forse ha scoperto il suo alter ego. L’incontro con il Mercante di Fiori l’ha resa spregiudicata e senza scrupoli, come il suo stesso schiavista: una erede degna del suo impero criminale.
Il romanzo è un atto di denuncia contro gli orrori del nostro presente. Il tema, purtroppo molto attuale, è quello della tratta delle bianche e dello schiavismo. “Da tre settimane io, Trudy ed Alberatine siamo le cortigiane bianche del colonnello e di Madame Lee. Neanche nei locali di Instanbul ero caduta così in basso. La paura di finire preda dei mercenari è l’unico metronomo che scandisce il nostro tempo”.
I personaggi di Cugia, d’altra parte, risultano sempre legati all’attualità più cruda ed estrema: Maria, la protagonista del Mercante di fiori, è vittima del racket internazionale della prostituzione. Domino, la piccola protagonista del romanzo omonimo, subisce la più sofisticata violenza virtuale: la clonazione dell’anima. Jack Folla, DJ rinchiuso nel braccio della morte in attesa dell’esecuzione, è il ‘fratello’ in gabbia di noi stessi.
Il mercante di fiori, col suo obiettivo puntato sulle crudeltà umane, trasmette un’inquietudine e un senso d’impotenza che avviliscono, anche se alla fine si intravede una piccola luce di positiva speranza. L’autore, nella sua esplorazione dell’animo umano, mostra quanto sia facile passare dal bene al male, perché il confine non è mai davvero delineato. Ogni vittima può diventare carnefice e perdere ogni briciola di umanità. Per fortuna, c’è chi rimane saldo ai propri principi e riesce lottare per tenersi lontano dal mondo oscuro e perverso del maligno.
Alcuni personaggi sono davvero estremi, quasi al limite del reale, forse frutto di una fantasia molto accesa, eppure non è possibile dire che non siano credibili. Le notizie che arrivano dal mondo offrono spettacoli e protagonisti che superano di gran lunga i nostri peggiori incubi, tuttavia sono lì, vivono, agiscono e all’occorrenza uccidono. La guerra alla malavita organizzata ed alla corruzione ormai dilagante in ogni settore della nostra società è dura e piena di insidie, proprio come l’intima lotta fra i bene e male.
Marta De Santis