Anno: 2017

MODIGLIANI E L’ART NÈGRE: SIMBOLO, OPERE, TECNOLOGIA

MODIGLIANI E L’ART NÈGRE: SIMBOLO, OPERE, TECNOLOGIA

L’Istituto Modigliani ha presentato a Spoleto (pare in maniera stabile) un percorso alla scoperta delle influenze dell´arte sacra africana sull´opera di Modigliani: ciò si compì – come attestano i documenti storici – nella magica atmosfera della Parigi i primi anni del Novecento. La “casa” spoletina di Modigliani offre un’esperienza (realmente) suggestiva, capace di rendere  il visitatore partecipe delle emozioni provate dall’artista a contatto con l’arte parigina – che non lo soddisfaceva completamente, se non nella tecnica – e con l’arte sacra africana, che invece lo coinvolgeva spiritualmente. Il percorso offerto può aiutare a comprendere la genesi dell´estetica di uno dei più grandi artisti del ‘900.

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La stanza viola

La stanza viola

La pigrizia, che mi ha attanagliato nel mese appena trascorso, si è unita insieme al caldo insopportabile e alle perplessità (insopportabili anche quelle): raccontare serve davvero a qualcosa? Se ai giovani protagonisti del Decamerone e del Pentamerone raccontare serve ad ingannare il tempo (e la morte), forse limitarsi ad osservare – e ridurre al minimo le affermazioni, in accordo con Antonio Pizzuto – va bene per ogni (altra) età.

Soprattutto, il dubbio se valga la pena di esprimere pubblicamente un pensiero si è presentato per lo spettacolo di danza La stanza viola.

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La scortecata

La scortecata

La storia di Emma Dante è storia di successi, ottenuti non a seguito di straordinaria bellezza estetica, ma per bravura, cultura, intelligenza. Tuttavia in lei convive anche una straordinaria bellezza estetica, originata dall’arte e dal teatro insieme a qualche congiunzione astrale: Emma è in grado di esprimerla sulla scena, attraverso i corpi che – anche occasionalmente brutti – acquisiscono una bellezza straordinaria.

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Il terremoto sconosciuto

Il terremoto sconosciuto

Sabato 15 luglio, ore 18.00

Libreria Passepartout, Piazzale Patrizi s.n.c., Recanati

L’uomo in relazione con il mondo da sempre manifesta la necessità del controllo: per prevenire la sofferenza fisica (freddo, caldo, fame…) tenta di governare le cose; per prevenire la sofferenza psicologica (solitudine, emarginazione…) cerca di conquistare le persone. Il controllo può essere immediato, attraverso le proprie azioni; o mediato, attraverso le azioni altrui.
Il governo sulle cose può essere raggiunto mettendo in atto strategie tecnico-meccaniche: costruzione di manufatti; attività dedicate alla preparazione di successive azioni risolutive (come nell’agricoltura o nell’allevamento). Se le forze naturali, però, si dimostrano incontrollabili allora l’uomo ricorre alle mediazioni: attraverso i sacrifici agli dèi o la preghiera a Dio; per chi non è credente attraverso la ricerca di un’armonia con la natura.
Anche il controllo sulle persone segue un principio simile: si mettono in atto strategie tecnico-psicologiche, come i meccanismi psichici di difesa; oppure si ricorre a mediazioni opportune: cercando l’intervento del genitore, dell’amico, del prete, della chiromante; magari l’auspicio dell’oroscopo oppure, anche, le parole dello psicologo.
Parlare dei terremoti per quest’ultimo motivo: la richiesta di psicoterapie per depressione; la confidenza di sogni angosciosi; l’esplosione delle fobie. Parlarne attingendo alla letteratura con l’aiuto di un’attrice – Graziella Del Monte – che leggerà brani nati in varie epoche e in vari continenti (Mark Twain, Voltaire, Alexandre Dumas, Sandro Gindro, Luigi Pirandello, Murakami Haruki).

Glock 17 di Emanuele Bissattini

Glock 17 di Emanuele Bissattini

Mercoledì 12 luglio 2017 ore 18:30

con Flavio Ciancio, introduce Pietro De Santis

Sala Convegni Istituto Psicoanalitico per le Ricerche Sociali – Passeggiata di Ripetta 11, 00186 Roma

Le opere che compongono il genere del “noir mediterraneo”, costituiscono quella tipologia di racconto poliziesco, criminale e violento, le cui vicende si svolgono in città e località a ridosso del mar Mediterraneo. In esse si raccoglie quella “voglia di raccontare” svincolata dalla struttura del giallo classico: pochi enigmi da risolvere ma, soprattutto, nessun valore consolatorio. Il noir mediterraneo deve essere crudo, diretto e non dare punti di appoggio al lettore.

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