Cosmetici e Conserve
Michel de Notredame – Nostradamus
Saggio, Francia 1552
191 pp.
Prezzo di copertina € 17,56
Curatore: Pino di Branco
Editore: Guido Tommasi, 2001
ISBN 88-86988-33-8
Questo ricettario estetico gastronomico fu pubblicato nel 1556 e dedicato alla regina di Francia Caterina de’ Medici. Il titolo, con cui l’operetta è convenzionalmente conosciuta, potrebbe trarre in inganno e far credere che il libello si discosti molto dagli abituali interessi di un medico serio ed affermato. In realtà, nascoste dietro le ricette di belletti e salse varie, si possono leggere rigorose prescrizioni igieniche ed alcuni rimedi naturali, in linea con gli ideali dell’autore, convinto fautore di una medicina non invasiva e naturale. Le ricette sono numerose, c’è addirittura un interessante modo per ottenere una polvere per pulire e rendere bianchi i denti e l’alito dolce e profumato, o per preparare un sapone aromatico che rende le mani bianche e morbide. Da citare, ancora, sono le curiose istruzioni per ottenere un olio di noce moscata, perfetto rimedio contro coliche ventrali e dolore di pancia di qualsiasi origine. Nostradamus non tralascia neppure il mal d’amore e spiega, con dovizia di particolari, come comporre l’autentico poculum amatorium ad Venerum, di cui si servivano gli antichi nell’amore.
Naturalmente, non mancano attenzioni ai piaceri del palato. Confetture, frutta candita, pignolata e cotognata fanno venire l’acquolina soltanto a leggere l’introduzione che precede la ricetta.
Cosmetici e conserve: leccornie e salute
Arrivato al termine dei miei otto anni, compiuti e trascorsi, mi sono accorto di non aver ancora potuto raggiungere la sommità della perfetta dottrina e allora ho fatto come colui che era al “culmen linguae Latinae” il vertice dalla lingua latina, che dice: ” et egressus sylvis coegi” e ho continuato a studiare fino ad oggi, anno millecinquecentocinquantadue, trentunesimo da quando esercito la professione. E dopo aver accuratamente e con studio approfondito e assiduo, frequentato tutti, uno ad uno, gli autori Greci, Latini e Barbari, per la maggior parte in lingua latina e alcuni tradotti in lingua volgare, tra le materie ho studiato coloro che hanno lasciato scritti sulla bellezza del viso.
“Se purtroppo noi tutti siamo destinati ad arrenderci di fronte al trascorrere del tempo non è detto che dobbiamo anche rinunciare a vivere bene. Se qualcuno riesce a nascondere i segni del tempo nonostante l’età avanzata, questo significa che può sentirsi meglio e essere accettato più di buon grado in società”.
Questo è l’intento principe del libello: suggerire ricette utili per curare il corpo non solo dal punto di vista estetico, ma anche da quello alimentare ed igienico. Ogni ricetta è descritta accuratamente: sono indicati i tempi, le dosi e le modalità di preparazione. Le confetture e la frutta candita sembrano facilmente riproducibili; al contrario, le pomate ed i cosmetici sono un po’ più complicati. Probabilmente alcuni composti potevano essere piuttosto pericolosi, come avverte lo stesso autore, quindi andavano preparati da mani esperte, per evitare rischi. Naturalmente ai nostri occhi simili “intrugli” fanno sorridere, ma al tempo dell’autore erano considerati rimedi miracolosi. Alcuni di questi, infatti, furono utilizzati dallo stesso Nostradamus per debellare la funesta peste di Aix nel 1546. Una delle qualità più interessanti di questo ricettario, è quella di presentare uno spaccato della vita sociale e culturale della società rinascimentale. In particolare, l’attenzione è rivolta alla corte parigina di Caterina De’ Medici, alla quale l’autore dedica alcune ricette. La regina era descritta come amante del lusso e della buona tavola. Era una donna molto raffinata e colta che ammirava grandemente Nostradamus, col quale condivideva anche la passione per pronostici e profezie. Ma ancor più notevole, è l’aspetto autobiografico che emerge dal libello, e che è una novità assoluta tra le opere del medico. Nostradamus, infatti, descrivendo le varie ricette, lascia emergere precise notizie sulla sua vita e i viaggi, le amicizie e le inimicizie con gli intellettuali contemporanei.
Marta De Santis