Sabotaggio Olimpico

Sabotaggio Olimpico

sabtaggio-olimpico.jpgdi Manuèl Vazquez Montalban
Traduzione di Lyria Hado
123 pag., Euro 10,00 – Feltrinelli (I canguri)
ISBN: 88-07-70171-5

 

“…—Si è scoperto che il quaranta per cento della delegazione negra non è composta da negri. In altre parole, sembra che gli atleti bianchi usino una tecnica inversa a quella usata da Michael Jackson per trasformarsi in invincibili velocisti di colore. I perché sono evidenti: non solo il pubblico è più attratto dall’eleganza felina del coloured, ma il rendimento aumenta nel momento stesso in cui la pelle cambia di colore”.

Questo particolarissimo libro, dedicato alle Olimpiadi disputatesi in Spagna nel 1992 e uscito a puntate su periodici nazionali, è da poco edito in Italia. Montalban, attraverso una narrazione piuttosto surreale e onirica, fornisce la sua visione – “un anno dopo” – delle olimpiadi e dei cambiamenti- anche strutturali – ad esse legate.

E’ il 1992 e Barcellona si è vestita a nuovo per ospitare le Olimpiadi. Pepe Carvalho, lasciato dalla sua amante Charo, decide di isolarsi dal mondo per un po’, di sfuggire al delirio che invade la città, e manda Biscuter, il suo cuoco di fiducia, a Parigi per uno stage su minestre e consommé.
I programmi di Pepe, però, subiscono un brusco e inaspettato cambiamento: durante la notte uomini armati dei servizi segreti lo prelevano da casa e lo portano con la forza davanti ai presidenti delle organizzazioni sportive e ai politici spagnoli. Questi gli ordinano di occuparsi di un caso delicatissimo: metter luce sul sabotaggio delle Olimpiadi. Ci sono stati, infatti, strani rapimenti; molti atleti bianchi stanno facendo delle cure per diventare di colore e quindi più forti negli sport; le attrezzature sportive sono state manomesse con motori di ogni tipo per garantive nuove e sorprendenti capacità.
Cosa si nasconde dietro tutto questo? Movimenti politici?    Intanto il presidente Bush, confondendo Barcellona con Bagdad, è deciso a bombardare.

Sabotaggio olimpico è uno fra i romanzi più complessi della saga dell’investigatore privato Pepe Carvalho. Meno giallo degli altri, molto riflessivo, probabilmente più vicino allo spirito dell’autore che non del personaggio.
Montalbán non risparmia nessuno: ironizza su chi persegue un “catalanismo”, ufficiale o “universale”, tutto di facciata; attacca i massimi vertici olimpici e gli atleti; ridicolizza i “grandi” della politica internazionale e una sinistra che assume metodi della più retriva destra per guadagnare “credibilità”; disvela l’ignoranza degli accademici e degli intellettuali “ufficiali”; ma soprattutto, denuncia i giochi e i loro organizzatori che, se gli sponsor pagano bene, includono nelle gare anche le più ridicole competizioni.
L’unico che merita tenerezza e affetto, e non parole taglienti, è il re Juan Carlos, sempre accompagnato dal suo “Manuale di formazione professionale permanente di re e principi in esercizio” per moderni regnanti.

Montalban ha una scrittura,vigorosa e politicamente impegnata, ma non rinuncia mai a qualche pagina di pura e delicata “comicità”. Un modo di esprimersi  il suo apparentemente delirante e pieno di sarcasmo, non sempre di agile lettura, tuttavia  in qualche modo stimolante. L’autore ci invita a riflettere, seriamente e attentamente, sulla storia, sulla filosofia e sull’etica contemporanea, non più o non sempre universale, ma sempre più frequentemente “confezionata su misura”!

MontalbanManuèl Vazquez Montalban
Che abbia scritto romanzi gialli o poesie, storie di più dichiarata vocazione sociale o manuali gastronomici, racconti del terrore o guide turistico-intellettuali, pamphlet o articoli di giornale, Manuel Vázquez Montalbán – catalano nato a Barcellona nel 1939, di famiglia operaia e comunista, incarcerato sotto Franco – ha raccontato un’unica grande storia: quella di una generazione che osserva la nuova Spagna con occhi ironici e disincantati, sospesa tra pessimismo e inguaribile gioia di vivere. Autore prolifico ed estremamente versatile, Montalbán deve la sua fama all’invenzione di Pepe Carvalho, il detective che fa da protagonista ai suoi romanzi gialli. Sorta di Marlowe mediterraneo, ex militante comunista, ex agente della Cia, gastronomo raffinato, intellettuale deluso che ha il vezzo di incenerire i libri nel caminetto – anche d’estate – Carvalho diviene il prototipo dell’antieroe, rivelandoci attraverso la sua malinconica ironia e il suo malcelato affetto, che ci troviamo irrimediabilmente condannati a vivere nel regno dell’ambiguo e della relatività. Originariamente impegnato nell’attività giornalistica come redattore capo e opinionista di politica internazionale di due importanti riviste spagnole – Siglo 20 e Triunfo – dal 1984 Montalbán ha collaborato con “El País”. La sua vocazione all’attualità politica e sociale non è mai venuta meno, riproponendosi come la costante della sua produzione, anche quella apparentemente più svagata.
Manuel Vazquez Montalbán è morto per un infarto che lo ha colto all’aeroporto di Bangkok, mentre proveniva dall’Australia, il 17 ottobre 2003.

martadesantis

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