Anno: 2017

Finale di partita

Finale di partita

Samuel Beckett, discreto giocatore di scacchi, diede alla commedia tragica il titolo suggeritogli dalle tre fasi di una partita: apertura, mediogioco, finale. Nell’apertura si hanno a disposizione tutti i pezzi, il che consente grandi possibilità di movimento e strategie; nel mediogioco i pezzi sono ridotti di numero, ma le strategie disponibili ad un buon giocatore sono sempre molte; nel finale di partita i pezzi si sono ridotti al minimo, le strategie quasi al nulla e l’esito è inevitabile.

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Il Flauto magico alla ROH

Il Flauto magico alla ROH

Abbiamo assistito alla rappresentazione del Flauto Magico di Mozart, messo in scena alla Royal Opera House (ROH) di Londra. Il fatto corrisponde a realtà: non abbiamo preso un aereo né ci siamo allontanati da casa se non per qualche centinaio di metri… l’affermazione non è poi così eclatante in quanto, già da alcuni anni, esiste un accordo tra la prestigiosa istituzione inglese – che gestisce anche un canale Youtube (Royal Opera House Youtube Channel) – e svariate società di distribuzione cinematografica operanti in diversi paesi del mondo, per la trasmissione in diretta digitale della stagione operistica e di balletti.

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Memorie di Adriana

Memorie di Adriana

Sostiene Sandro Gindro che la vita è teatro; sostiene pure che il teatro ha tre differenti definizioni: il ‘teatro primo’ è il desiderio. Nessun desiderio nasce ‘astratto’ ma, essendo sempre desiderio di qualcosa, spinge verso una rappresentazione (opportuna o no) che porta al soddisfacimento del desiderio. Il ‘teatro secondo’ è il racconto del desiderio realizzato: può essere fatto a qualcuno ma anche a se stessi e risponde ad una esigenza assolutamente profonda ed ancestrale. Proprio da questa esigenza nasce il ‘teatro terzo’ ovverosia il racconto –  o la rappresentazione – fatta in un adeguato spazio scenico e con opportuni accorgimenti: ciò che comunemente chiamiamo Teatro.

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La paranza dei bambini

La paranza dei bambini

In una Napoli devastata dalle dee Madri si svolge una tragedia antica…

A me sembra incredibile, dopo 120 anni di psicoanalisi, che le tragedie classiche, quelle di Shakespeare, quasi tutta la letteratura mondiale – i cui testi nel 2017 sono completamente disponibili – vengano sempre sistematicamente malintese. Alla confusione dei significati, probabilmente contribuisce l’inganno involontario di ritenere scomparso ogni tabu, indotto dall’ufficializzazione delle più eterogenee scelte sessuali. Ma questo fatto (cioè la scomparsa dei tabu) non è socialmente vero – e non lo è in nessuna parte del mondo – né filosoficamente corretto, poiché rimane tuttora universalmente resistente la confusione / sovrapposizione tra pene e fallo. La mancanza di lucidità in tal senso è colpevole e genera disastri nelle coppie (di qualsiasi estrazione sociale e sessuale) e nei gruppi.

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