Anno: 2016

Sandro Gindro e gli Incontri di Musica Scara Contemporanea

Sandro Gindro e gli Incontri di Musica Scara Contemporanea

Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi

Associazione Psicoanalisi Contro – A.R.M.U.S.ER.

Giovedì 6 ottobre, ore 17,00

Auditorium ICBSA, Palazzo Mattei di Giove, via Michelangelo Caetani 32

Sandro Gindro e gli Incontri di Musica Sacra Contemporanea

Massimo Pistacchi ne parlerà insieme a

M° Sergio Bertocchi (Tenore)

Raffaele Bracalenti (Organizzatore dgli Incontri)

Pietro De Santis (Responsabile dell’Ufficio Stampa degli Incontri)

M° Paolo Lepore (Direttore d’Orchestra)

M° Enrico Marocchini (Compositore)

Francesco Pezzella leggerà alcuni brani di Gindro tratti dai programmi di sala.

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Monica Guerritore: dall’inferno all’infinito

Monica Guerritore: dall’inferno all’infinito

Castel Sant’Angelo è il sepolcro dell’imperatore Adriano. Su di una parete, nel cuore del grande edificio, una stele lo ricorda: «Animula vagula blandula / hospes comesque corporis / quae nunc abibis in loca / pallidula rigida nudula / nec, ut soles, dabit iocos» (Piccola anima, amata, vagabonda /ospite e compagna del corpo / andrai ora in luoghi / lividi, gelidi, spogli /né più, come solevi, ti abbandonerai all’amore, traduzione libera) con i versi da lui stesso scritti.

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Una stanza in più

Una stanza in più

In questo periodo dell’anno gli spettacoli a Roma sono poco accattivanti e, quando lo siano, non hanno una periodicità che consenta una facile scelta.

Navigando tra le varie proposte ci siamo orientati verso il teatro Tordinona per due motivi (anzi tre): è vicino a piazza Navona e si associa alle belle passeggiate serali; è uno spazio piccolo in cui andiamo raramente; ospita spesso compagnie di giovani, come in questo caso.

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Ravenna di Antonio Pizzuto

Ravenna di Antonio Pizzuto

Racconta l’autore di avere incontrato, una volta su un treno, un signore francese che gli aveva parlato di una propria composizione per pianoforte intitolata Ravenna. Incontratisi a Parigi, Pizzuto venne invitato ad ascoltarlo suonare; fatti gli apprezzamenti generici, egli fu incuriosito dal titolo: “Perché Ravenna?”, “Così – fu la risposta – come uno viene chiamato Carlo oppure Giovanni”. La battuta, insensata all’apparenza, contiene un significato: generalmente i nomi vengono attribuiti prima di sapere come vivranno coloro che li subiscono (anche se abbiamo imparato che i nomi a loro volta condizionano i comportamenti…)

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